EVELINA CONGOROWNA.
Virtuosa del make up post moderno; zigomi sporgenti offuscano occhi invasi dal fuoco.
Labbra scarlatte su diafana pelle lunare talvolta sfiorata dalla brezza marina.
Foreste di stelle tra capelli di rara seta celeste.
Di padre irlandese e madre zigana.
Spietata ed altera con sguardo glaciale contempla dall'alto del suo scranno gli ultimi dieci amanti che si sono immolati per lei.
Noti facoltosi maschi anglo-americani alcuni dei quali mediamente attraenti a dispetto di altri immensamente ricchi sul piano economico quanto ripugnanti sul versante fisico.
Sua vittima prescelta il noto ed attempato studioso di epidermitosi transgenica prof.Stolowsky Filimberto; quest'ultimo dopo aver subito innumerevoli struggimenti causati dalle intemperanze di Evelina è deceduto nella cantina del celebre tenore Stolowsky Filidelmo (attuale amante della sopracitata scellerata femmina) colto da infarto dopo aver maldestramente tentato di introdurre un veleno letale dentro le pregiate bottiglie del celebre artista.
E io sono qui a struggermi d'amore per lei, Evelina Congorowna; già mi sembra di veder tramontare il mio cuore spezzato nella sua solenne indifferenza e cecità morale.
Maledetta adorata donna di satana.
DAROWNA SILICESKOW.
Fuma con ostentata avidità sigari speziati col fine di conferire al suo aspetto esteriore un che di maschile e rivoluzionario al contempo.
Di madre israeliana e padre ariano illuminato e progressista, omofobo patentato senza macchina.
Darowna venne formata nelle scuole migliori della Transilvania ed avviata verso un futuro ricco di prospettive.
Ben presto frustrati i desideri e le aspettative genitoriali iniziò a dedicarsi ad una vita dissipata sperimentando senza alcuna remora ogni genere di abiezione umana.
Si dedicò al bere ed ad ogni tipo di droga divenendo ben presto una vorace divoratrice di uomini.
Attualmente è una famosa avvelenatrice e necrofila, spesso si concede lunghe passeggiate nei litorali di prestigiose località balneari dove si fa notare per le eccentriche vesti indossate con sofisticata disinvoltura.
Considera con invincibile disprezzo le altre donne alle quali regolarmente sottrae i mariti; alcuni di questi scompaiono misteriosamente, altri smarriscono il senno quando realizzano che Darowna, di punto in bianco, non manifesta per loro più alcun interesse.
E io mi struggo per lei, dannata Darowna, sublime femmina incendiaria.
La gioia della vita, che un tempo riempiva ogni istante della mia giornata, si è imputridita dentro il mio cuore oramai avizzito.
Sosteneva di amarmi anche dopo aver tentato più volte di avvelenarmi, ma io la perdono e sempre la perdonerò.
Darowna e le sue lunghe gambe flessuose; compassi che tracciano insane circonferenze in un mondo oramai saturo della sua fragranza.
VLADONA SDROVODENKA.
Volto antico quanto un tramonto paleolitico.
Virtuosa nell'uso ed abuso d'ogni genere di armi.
Assassina a tempo perso, aguzzina e torturatrice con tredicesima assunta a tempo indeterminato.
Occhi zigani intarsiati d'oro e lamponi, capelli fluenti e tentacolari ammantati in baluginii di sete preziose.
Di padre irlandese e madre siculo-israeliana di ascendenza fiamminga.
Incedere felino, movenze flemmatiche e sensuali; nei suoi occhi sembra fondersi l'aurora boreale in un tripudio di rossi e azzurri turchesi dalla foggia antica.
Le tenebre sono drappi surreali che segnano il suo corpo emanante preziose fragranze d'oriente.
Per lei si sono suicidati attempati e facoltosi uomini d'affari, politici corrotti, mafiosi feroci e privi di scrupoli.
Nel vano tentativo di sfiorare con lo sguardo le sue membra solenni, un giovane rampollo di famiglia illustre è stato scorticato vivo da ignoti assassini; il suo cadavere è stato rinvenuto negli abissi d'una fogna cittadina ubicata in un equivoco quanto famigerato quartiere di periferia.
Ooooooo...Vladona!!!! mi struggo d'amore per te, ho versato lacrime copiose che hai bevuto avidamente dal tuo calice sanguinario.
Per te mi sono ammalato gravemente; oramai sono impotente ed immune ai solazzi del sesso.
Vladona, donna di satana, femmina infernale, oooooo...amor mio!!!!
VLIDANIA SLOVADA.
Nota per far uscire letteralmente di senno i suoi innumerevoli amanti che riduce al rango di tristi larve umane.
Frugando dentro i suoi occhi si possono ammirare tramonti libanesi che colorano un mare in tumulto inscritto nel mezzo del mio cuore inquieto.
Patisco e mi struggo per te Vlidania, di padre slovacco e madre ceco-ispanica cattolica e musulmana, lesbica e sovversiva nel tempo libero.
La sua vita inquieta è contraddistinta da una sequela di mariti attempati e danarosi morti inspiegabilmente al cospetto di tazze fumanti caffè nero-petrolio; qual'è il suo mistero?
Ooooooo....Vlidania dall'epidermide argentata dove il mio volto trova rifugio in sonni profondi tra volute di fumo ed incensi speziati.
Mi sono umiliato e genuflesso su tappeti di spine acuminate, raccogliendo il sangue offertole quale dono supremo.
Il mio sangue, la mia vita, la mia perenne afflizione.
Ooooooo...rimembro ancora il tuo volto ferito dal vento che picchia feroce le tue gote aguzze e speziate.
Che tu sia dannata,Vlidania, donna di satana, unico funesto amore che dilania il mio cuore martoriato....oooooo...amor mio! dannato amore!!
VLACONKA DOROSBOJCA.
Celebre per le sue potentissime cefalee; di padre lucano e madre italo-francese discendente da una famiglia di nobili decaduti.
Vlaconka; sguardo intenso e penetrante, capelli lucenti scompigliati da un vento molesto, labbra simili a carnosi boccioli di rosa grondanti sangue.
Nelle notti di luna piena, degna compare di famelici licantropi, cammina con regale leggerezza sulla superficie delle inquiete acque dei fiumi, dove rilascia cicli stellati che si frangono a riva.
Sono centinaia gli uomini che si sono invaghiti di lei, affrancandosi da tutte le loro ricchezze e proprietà solo per ottenere in cambio un suo esangue impercettibile sorriso.
Attualmente è mantenuta dal noto magnate Annibale Leone Giacobetti, ottuagenario ed impotente, noto ai più per la sua condotta immorale ed una palese connivenza con la malavita d'alto lignaggio.
Il vecchiaccio la riempie di gioielli e di ogni sorta di ricchezza; in cambio Vlaconka simula piacere quando il sopracitato ottuagenario le si avventa contro tentando maldestre quanto inconcepibili performance sessuali.
Io l'ho incontrata una sola volta sullo sfondo scarlatto di un crepuscolo filo orientale in un non luogo della mia mente.
L'ho amata perdutamente scialacquando ogni mia ricchezza per assecondare i suoi vacui capricci.
Ora mi ignora totalmente, come non fossi mai esistito,Vlaconka...maledetta donna di satana.
Le albe e i tramonti sono per lei come collane che ama sfoggiare sul suo lungo collo affusolato, segnato da vene impercettibili rosso corallo.
Preziose gemme incastonate nel mio cuore ferito....ooooooo Vlaconka!!!!
LADILIA PURULESKU.
Gitana, amazzone del nuovo millennio; tempra da impavida guerriera, Giovanna D'Arco capace di condurre al rogo assassino i suoi stessi carnefici.
Algida ed implacabile, sostenitrice del libero arbitrio, opportunista e prevaricatrice.
Solo una volta mi sono accostato a lei, in stato d'ebrezza etilica; mi ha lanciato uno sguardo feroce che è penetrato in me come una lama acuminata.
Ooooooo...Ladilia...nella mia miseria fisica e morale ho manifestato tutta la mia essenza...tu sei una gelida dea della ferocia, angelo caduto della lussuria.
Ti amo ardentemente anche se il tuo disprezzo annienta le mie virtù...dannata...sublime femmina di satana.
TOLONA DRUSKA BRUSKOLAWA.
Ancora riesco a rimembrare i gelidi inverni sottratti alla viva luce dei suoi occhi mutati in brina dorata.
Tocco fugace di membra percosse dalla vivida luce ed ustionate da alte fiamme silenti di colpe abiurate e torti subiti.
Ecco ai suoi piedi i corpi sfibrati da coiti interrotti.
Tolona, flessuosa mantide, dea della sopraffazione, imponi la tua volontà, prevarichi ed annienti, uccidi e godi della tua ferocia.
Ecco la vedo librarsi maestosa sullo sfondo di cieli stellati dove il mio amore si fonde assieme al sangue versato in una pozza purulenta di escrementi ed umori corporali.
Tolona abbeverati alla fonte del mio amore e rovescia l'acqua del candore perenne sui manti nevosi e remoti del mio cuore congelato e ferito.
Oooooo...Tolona...fluidi capelli tentacolari si inabissano in mari lontani e nelle lande sperdute di mondi immaginari...mi struggo pensando a te...nella tua indifferenza riconosco il teschio tumefatto inscritto a livello frontale sul mio volto adorante.
Oooooo...Tolona...animale diabolico...amore della mia vita...morte della mia morte.
DORONA MORIVONKA.
Le sue lunghe flessuose mani inanellate hanno sfiorato più volte il mio volto; le ho ceduto ogni mia ricchezza ottenendo in cambio da lei un sorriso torbido e distratto, fugace quanto una spettrale apparizione, devastante quanto una pioggia di fuoco abattutasi su di me con inaudita e fatale violenza.
Mai ho amato con simile ardore, Dorona...di padre svedese e madre lappone, albina a tempo perso e nera come l'ebano a tempo pieno...solo su prenotazione.
Quanto ti ho amato Dorona...prescindendo da tutto quello che m'hai fatto patire...Dorona adorata solo a te dedico le mie albe ed i miei tramonti irradiati in valli desolate di inferni paradisiaci...io e te...solo nella mia mente offuscata...solo quella in eterno...dannata sublime donna di satana.
TORLONA PARITAMIGI.
In notti insonni mi si manifesta il tuo volto ghignante che invade i miei sogni inquieti.
Mi sono rovinato per te...Torlona dalle dubbie virtù...figlia di Astarotte...sublime sposa di lucifero.
Ora sono costretto a letto, afflitto da dolori lancinanti.
Torlona, a prescindere da tutta la sofferenza che mi hai arrecato continuo ad evocare il tuo amore con risolutezza, divori il mio cuore brulicante larve insonni che si nutrono delle mie più profonde e preziose energie vitali.
Per conquistarmi un briciolo della tua attenzione ho dilapidato tutte le mie sostanze...rinnegato i miei cari...annientato la mia dignità.
Ma io continuo imperterrito a desiderarti Torlona...amore assoluto...il tuo calice d'oro tempestato di pregiate gemme preziose raccoglie le mie lacrime cadute come guerrieri feriti a morte dopo vane deleterie battaglie.
La mia sofferenza offerta a te, come inutile infausto dono.
Torlona mia, ladra di sogni...avida divoratrice di sensi sfibrati...sussurri sprezzante al mio cuore schiantato...Torlona mia...donna di satana...sublime essenza dalla quale attingo tutto il mio dolore.
FILIDELMA TORLOWSKA.
Paradisi stellati adagiati su cime innevate evocano Filidelma, incantevole creatura infernale, nettare forgiato dalle mille e una notte.
Mai osai sfiorare la fragranza della sua pelle d'alabastro, mai osai sorriderle esausto e minato da invalidità permanente.
La mia bocca è simile ad una ferita che spacca in due il mio volto grottesco.
Oooooo...Filidelma...mi struggo per te...mentre neutralizzi la mia essenza per nutrire il tuo ego smisurato...Filidelma...maledetta femmina...abbacinante feccia di satana.
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