Riconosco antiche fattezze
percependo un tocco gelato
nello spaziar degli occhi
sedimenta memoria
in mondo pre-moderno
sugellando agli astanti
diverse gradazioni di colpa.
Ma dove siete stati?
Drappo consunto
c'è e ci avvolge.
Visione beatifica negli occhi
mutando prospettiva
smarrendo il percorso segnato
con l'intento di imboccare vicoli remoti.
Si son posti le stesse domande
enigmi irrisolti di passioni taciute
confidando in esaustive delucidazioni
movimenti rigidi a scatti
occhi rotanti a fissare ombre impercettibili.
Taglio netto tra l'abitato ed una natura incontaminata
sotto ogni incrostazione cumulata
gravati dai dilemmi dell'umanità
al di la e al di sopra di essa.
Contando meticolosamente i vetri rotti
si son rinfrancati
nel gelo notturno
smarrendosi tra nubi oscure e profonde.
Consapevoli della totalità delle cose
tramite le esperienze
e le voci della propria storia
nell'eccitazione della bellezza infinita
in reminescenze di infanzie gioiose.
File di finestre asimmetriche
si stagliano simili a piaghe infette
su nude pareti funestate da pioggie perenni
nel trionfo insonne
di un qualcosa che striscia silente.
Son troppe le colpe cumulate
come detriti che invadono la mente
poichè ogni semplificazione
è funzionale alla demagogia imperante.
Ostentando uno sguardo circostanziato e circospetto
a tratti feroce
su effimere trasparenze
in cui tutto si equivale.
Tra un lieve tepore
nell'umana empietà
in effige immota e frontale
del sudario che avvolge
proteso senza limiti
tende all'onnipotenza
in ornamenti vivificanti
offesi dall'incuria.
allo sguardo ammaliato e silente
attraverso muri e pareti costellate
da occhi sbarrati
connaturata alla percezione soggettiva
un'estasi che brucia e fa silenzio intorno.
Infezioni penetrano
come persone
nella tua vita dissipata
perchè l'immaginario comporta espansione fittizia
mentre il crinale divide le acque
e ciò che sale si eleva
come tensione irrisolta.
Comunicano concitatamente
sprecando fiato prezioso
utile dopo aver intrapreso
lunghe estenuanti scorribande
che fiaccano fino a farti piegare stremato in avanti
rimembrando i punti salienti
di un lungo racconto dimenticato
teso a perpetuare una storia
travalicante
secoli e millenni.
Senza passato presente futuro
un intervallo congelato
atemporale
privo di contingenza
distanza fisica e spaziale
tra la sedia e la porta accostata
fuori in trepidante attesa
azzimato ed in forma smagliante
un muto oblio
sfiora con mano tremante
le tue gote roventi.
Puntualizzando a viva voce
buoni sentimenti
fluttuanti nel vuoto
di ipocrisie ben congegnate
in tanto convenevole blaterare
perchè si parla con l'intento di non tacere.
Braccia incrociate
a testimoniare il rigore
di uno sguardo fiero e distante
fuggendo alla solenne metamorfosi
della follia
accigliandosi con cupa protervia
nella sua severa inutile supponenza.
Oramai siamo distanti
dal ricordo invalidante
ricerchiamo tepore e certezze
così da lenire ogni disillusione
nell'assoluto raziocinio
affrancandoci da mitologie irrazionali
mentre tutto attorno riluce bellezza.
Confidare nella solida esperienza acquisita
funestati da stenti ed immani fatiche
nel solenne rituale della sua morte
ovunque egli ponga il suo sguardo
si annulla il dolore che annichiliva
abitando il suo corpo consunto.
Giunger tempestivamente presso la sua dimora
tramite meschini sotterfugi
rivelando verità sepolte da colpevoli rimozioni.
E' la sua storia...la storia di tutti noi
assillo in costante progressione cronologica.
I miei gesti in cadenza
tra ieri e l'eterno.
Nell'apparente candore
di uno sguardo muto e dolente
nell'atto incompiuto della sua forza.
Riluce nei luoghi d'origine
dove tutto ha avuto origine
solo così posso sottrarmi alla luce radente
sfiorando fredde superfici
di specchi sondanti la mia immagine
nel muto ricordo
di un vano sforzo protratto
in muta feroce sopraffazione.
Quando fioriscono idee
tra baluginii di luci
su sfondi blu
di orizzonti perduti
rimembrando crimini efferati
perpetrati nell'indifferenza collettiva.
Quanto onore riverente
traccia indelebile negli occhi.
Sguardi feriti
da luci abbacinanti
intermittenze equivoche ed incerte
nella notte come di giorno.
Con lucidità osservo la vita scorrere a ritroso
tra scoppi di fragore a cui siamo tutti assuefatti.
Diffusibile l'istinto feroce
sonda penetrando
case infestate da turpi assenze.
Sommatoria infinibile di contrasti
insanabili
continuo fluire varcare e ritrarsi.
Difformità nei gesti come nelle intenzioni...
nessuno potrà ostacolarti
varcare la soglia è impossibile
lo sguardo sonda un contatto disincarnato
in un tumultuoso rincorrersi di pensieri
insane deleterie pillole di saggezza
sciorinate agli astanti
rettificando parametri di verifica
rifiorendo incarnato in un corpo ieratico.
Cadenze vocali
posture scorrette
gesti quotidiani reiterati
in conclamate routine dell'assurdo
spettacoli di massacri paradossali
ove si immola l'innocenza
disgiunta dal mio involucro
frammentato e disperso
sugellando il ritorno a casa
consacrando i propri edificanti propositi.
Disperdersi nell'orizzonte nebuloso
di una civiltà in declino
nell'incedere esitante ed affannoso
fino al crollo improvviso
all'abiura violenta.
Addio civiltà...
sono pronto
austero solenne fantoccio
giungo al tuo cospetto
tracciando il percorso
sottratto alla luce
in lento esitante arrancare.
Lente movenze
lascive carezze
mai sarò stato
nulla è stato fatto
con incedere solenne
abbandono
smarrisco
dimentico
il mio immoto regno.
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